Un’ampia riflessione sulla risposta dell’America all’11 settembre e sul pensiero strategico USA. Un’analisi della politica estera americana e delle sue dimensioni, che illumina con vividi cenni alcuni protagonisti, da George W. Bush al Gen. Petraeus al Sen. McCain, da Hillary Clinton a Obama. Una ricostruzione dei fatti, fondata su una solida prospettiva storica, ed una memoria lucida e dolente dei sacrifici compiuti. Sulla guerra in Iraq il libro offre punti di vista inediti, con una insolita padronanza delle tematiche militari, e prende le distanze da quelle che l’autore definisce le fuorvianti imprecisioni mediatiche che hanno circondato quegli avvenimenti.
Il libro muove tra i temi cruciali del nostro tempo: non soltanto il terrorismo, l’Afghanistan, ma l’Europa, l’ONU, Israele e la sua storia (tra le pagine più dirompenti), la Russia (dei cui ultimi 10 anni di storia il libro offre una sintesi di rilievo), l’Iran (tema di estrema attualità), con argomentati riferimenti alla realtà esplosiva dell’immigrazione in Europa e in America, al temuto scontro di civiltà, e ai problemi ambientali. Diario drammatico della vicenda irachena, il libro ne mette a fuoco le realtà, che giudica radicalmente mutate nel corso del 2007, indicando che l’America, nonostante gli errori commessi, ha vinto una battaglia difficile, quasi impossibile, e di proporzioni epocali; che l’America ha vinto la guerra, e che il terrorismo, dopo aver concentrato le sue forze in Iraq, vi ha perduto consistenza e slancio. Libro di rigoroso inquadramento storico, ma anche di passioni, che vuole cercare il significato di tante sofferenze e coraggio, ma anche di tanti errori e ferite. Autorevole, documentato, chiarificante, appassionato, il libro è proposto dall’autore come uno strumento di vasta informazione e uno stimolo a tenersi lontani, sugli argomenti trattati, da luoghi comuni e tirannie mediatiche.